Il Milanese - Marzo-Aprile 1999


IL NUOVO DISCO DI CLAUDIO LOLLI

Viaggio in Italia

“Vivo tutti i miei giorni aspettando Godot/Dormo tutte le notti aspettando Godot/Ho passato la vita ad aspettare Godot”: la musica di queste parole accompagnava i miei pensieri mentre camminavo distrattamente in un negozio di dischi, alla ricerca di qualcosa di particolare.

Ripensavo a questa attesa che non si conclude, a questo perenne senso di incompiutezza comune, forse, a molti, non solo della mia generazione…Sono parole di una delle più note canzoni di Claudio Lolli, cantautore e poeta delle “persone lontane dal traguardo”, di quanti non si rassegnano a invecchiare aspettando qualcosa. Per caso, nel negozio, lo sguardo si posa sul nuovo, inaspettato CD di Lolli “Viaggio in Italia”. La veste è diversa: allora il vinile dei 33 giri, ora la superficie lucida di un compact disc ma intatta rimane l’emozione che mi spinge a comprarlo. Il disco contiene alcune canzoni inedite e altre rivisitate con gusto, che riportano alla mia mente i profumi e i sapori degli anni dell’università, che solo la musica riesce a trasportare intatti. Ritrovo le figure di Michel, di Ho visto anche degli zingari felici, e scopro le nuove immagini de L’amore ai tempi del fascismo, di Vorrei farti vedere la mia vita e di altre canzoni. Grazie all’ACR Il Milanese, poi, riesco a raggiungere l’emozione di incontrare l’autore a Milano. Parliamo di musica, ma anche delle idee che oggi, come allora, hanno ispirato la sua musica. Personaggio complesso e mai banale, Claudio è stato sempre coerente con le proprie posizioni, che ha saputo tradurre in musica e parole. Egli è stato interprete del disagio di una generazione, e ora, professore a Bologna, mi parla della disperazione dei giovani di oggi con le parole del giovane di allora. Nelle sue canzoni ha descritto la vita come viaggio, ha parlato dell’amore, dell’uomo, del tempo che scorre e che non deve lasciarci indifferenti.

Cantautore impegnato, ha scelto il suono perché è importante che una canzone non sia solo musica e parole, ed è riuscito a dipingere nella mente di molti immagini forti, di “zingari felici ubriachi di Luna” nel “freddo di Milano”. Egli ci ha fatto vedere la vita di molti come film con attori non professionisti, ci ha raccontato sogni che lasciano in bocca il sapore del rimpianto e la voglia di partire. Come pochi altri, ha saputo descrivere la voglia disperata di vivere una vita piena, “nel suo tratto scoperto”, il desiderio di lasciarsi andare, di perdersi e ritrovarsi. È strano e insieme bello averlo di fianco a me, e osservarlo mentre mi parla di quel “filo rosso” ma io preferisco vederlo di tutti i colori e di nessuno che unisce le persone con la musica.

Il tempo fugge e ci dobbiamo salutare. Spero di incontrarlo di nuovo presto e sentirlo cantare in questa “città di ferro” che tutto comprende.

Vado a casa…c’è “Anna di Francia” che mi aspetta.

Un amico

Rivedremo Claudio Lolli sabato 15-5-‘99 alle ore 22,30 allo “Spazio musica” di Pavia