La Sicilia - 19/08/1999
Uomini veri, lontani dal Grande fratello
E' di uomini che avremmo
bisogno, uomini veri. Uomini che sappiano parlarci delle loro angosce
quotidiane, dei loro difetti, delle loro miserie, della loro impotenza. E' di
uomini che dovremmo parlare, uomini autentici. Uomini stanchi di ridere sepolti
da un eterno, inutile carnevale, stanchi di naufragare tra amanti, direttori,
mogli, stadi, schedine, precetti. Uomini e donne normali, e perciò
straordinari, vorremmo incontrare tra le strade delle nostre città, dei nostri
paesi, dei nostri quartieri, nelle scale dei nostri palazzi. Uomini e donne
capaci ancora di commuoversi, di piangere, di arrabbiarsi, di capire, di
ragionare, di valutare. Di gioire. Di piccole e di grandi cose, di conquiste, di
sconfitte, di rinunce, di sacrifici. Ce n' è, ce n' è. Uomini e donne, persone
che non si sono lasciate omologare, che hanno scelto la dimensione dell'essere
umano vivo, non quella sotto vuoto spinto imposta da chissà quale Grande
fratello che dall'alto ci guarda, ci guida, ci protegge. Ci distrugge. Claudio
Lolli fa pochi dischi, pochi concerti. In radio passa raramente. In tv, poi,
mai. Che avrà fatto di buono Lolli per meritare questo? Chi lo ha salvato dall'intruppamento,
dalla generalizzazione, dall'appiattimento degli atteggiamenti, dei modi di
essere e di fare? Ha fatto semplicemente l'uomo libero. Libero non senza dubbi.
Libero non senza tormenti. Libero, semplicemente, dai condizionamenti del
mercato, diventato da quando lui cominciò a cantare, un supermercato
"canti tre paghi due" o giù di lì. Certo per uno che ha scritto le
poesie che ha scritto lui, ci voleva quella che Paolo Rossi definirebbe una
bella dose di "culo" a non finire ingabbiato, a non cedere alla
tentazione del business. Ma la sua fortuna e' la coscienza, dunque tutt'altro
che superstizione. Oggi i piu' celebrati miti del cantautorato politico degli
anni '60 e '70 non cantano per meno di pacchetti di decine e decine di milioni,
alloggiano in alberghi con piscine e panorami, i più comodi e i più lontani
dalle strade della gente. Fatti loro, giusto. Chissenefrega! Lolli, però, no.
Lui canta con la gente, per la gente. Con la gente, anzi, spesso dorme pure
prima e dopo i suoi concerti, che costano poco a chi li organizza, molto a chi
li ascolta. Moltissimo. Perché riaprono il conto con te stesso, con gli altri,
con tutti quelli che viaggiano da una vita con l'etichetta apposta dalla casa
madre, prodotto doc controllato all'origine, e con tutti quelli che le etichette
se le sono fatte stampigliare strada facendo, quando hanno ceduto di schianto
alla tentazione di non essere più nessuno, ma di appartenere a qualcuno. Non
essendo il primo un male, ma una collocazione possibile e naturale e, dunque,
estremamente dignitosa, continueremo a preferirla all seconda, per quanto sia
male contagioso e sempre più comune. Di uomini avremmo bisogno. Uomini veri.
Come Lolli.