La Provincia - 05/11/1999
Unica data lombarda per Claudio Lolli, di scena stasera alla 22 sul palco del club canturino All’una & 35 circa di via Fossano 20 (ingresso con consumazione, per prenotazioni e informazioni telefonare allo 031/714448).
Negli anni Settanta era uno dei nomi che
più facevano discutere in Italia. Quando i colleghi, senza fare nomi, si
abbandonavano all’intimismo, al romanticismo e, perché no, alle classifiche,
lui preferiva cantare l’<<Angoscia metropolitana>>, interpretando
il malessere post-sessantottino e vivendo con consapevolezza gli anni di piombo.
I suoi dischi hanno segnato un’epoca. <<Aspettando Godot>>,
<<Un uomo in crisi>> e <<Canzoni di rabbia>> riescono a
vendere ma, soprattutto, a far discutere per prese di posizione senza mezzi
termini (<<Vecchia piccola borghesia / non so dirti se fai più rabbia /
pena, schifo o malinconia>>). Due capolavori assoluti, il celebre
<<Ho visto anche degli zingari felici>> (uno degli album più
importanti di tutto il decennio) e <<Disoccupate le strade dai sogni>>
(meno fortunato commercialmente e, oggi, introvabile) e un declino dovuto non a
un calo di ispirazione, ma al sopravvento dell’effimero che, negli anni
Ottanta, non vede di buon occhio i cantautori troppo intelligenti. E con
coraggio Lolli si è spezzato ma non ha voluto piegarsi alle logiche di mercato.
Si impegna come professore, scrive libri (<<L’inseguitore Peter H.>>,
<<Giochi crudeli>>) e incide solo sporadicamente. Qualche suo pezzo
finisce nei dischi di Guccini (la splendida <<Keaton>>) e degli
Stadio, ma la popolarità di un tempo resta distante. Ma il coraggio delle idee
non può spezzare una voce che preferisce esprimersi come meglio crede e
realizzare dischi che sono piccoli gioielli costruiti, oggi come allora, su
ballate incisive impreziosite da testi cupi, mai banali che invitano a una
profonda riflessione. Il più recente è <<Viaggio in Italia>>
realizzato con Paolo Capodacqua e Mimmo Locasciulli. Un concerto impedibile per
un artista da riscoprire assolutamente.
(al. br.)