Il Corriere di Como - 05/11/1999
Questa sera alle 22 il locale canturino All’una & 35 circa ospiterà uno dei cantautori più significativi e autentici di sempre: Claudio Lolli. Al suo fianco ci sarà il raffinato musicista Paolo Capodacqua, alter ego di Lolli sul palco, in grado di colorare e rendere ancora più intensi i suoi racconti, con delicati arpeggi di chitarra. Lolli presenterà al pubblico canturino il suo ultimo album, intitolato Viaggio in Italia che ripercorre con una nuova vitalità alcuni dei momenti più belli della sua carriera.
Splendida la rilettura di Michel, impreziosita dalla “fisa” di Mimmo Locasciulli, così come Keaton, scritta a quattro mani insieme a Francesco Guccini. Molto interessanti anche le nuove composizioni, come L’amore ai tempi del fascismo e Non conosco sorrisi, scritta e cantata da Capodacqua, con uno stile e un’interpretazione vocale molto vicini a Fabrizio De Andrè.
Il concerto di Claudio Lolli di questa sera sarà il primo di una serie di appuntamenti dedicati alla canzone d’autore (venerdì prossimo Luca Ghielmetti, giovedì 18 Sulutumana, venerdì 19 Adam Carroll). Non c’era modo migliore per incominciare. Lolli, nato a Bologna quarantanove anni fa, rappresenta l’espressione più alta e sincera della canzone di protesta degli anni Settanta.
Le sue canzoni sono venate di una melanconia palpabile, portano dentro di sé la poesia di Leopardi e mettono in musica i sogni, le disillusioni e la rabbia di tutta una generazione.
Brani quali Ho visto anche degli zingari felici, Borghesia, Alla fine del cinema muto, Morire di leva, Autobiografia industriale sono diventati inni di tagliente accusa politico sociale.
La prima comunione, Angoscia metropolitana, Michel, Quanto amore, Aspettando Godot rivelano, invece, l’anima più intimista del cantautore bolognese, profondamente legata ai ricordi e dannatamente impregnata di nostalgia.