Musica 01-03-2001


per niente facile il mestiere del cantautore impegnato, così sopseso fra l'urgenza di rappresentare gli ideali d'una generazione e la possibilità che falliscano. Lo sa bene Claudio Lolli, emblema dell'artista contestatore nei tormenteti anni 70. Due chitarre e un fedele accompagnatore ( Paolo Capodacqua), tanto basta a mettere in scena uno spettacolo di novanta minuti fatto di canzoni di denuncia e d'amore, interpretate con l'imperturbabilità (spesso sorretta da una sorprendente vena ironica) dello chansonnier navigato. Da Nessun uomo è un uomo qualunque a dita, da analfabetizzazione a folkstudio (tributo allo scomparso Giancarlo Cesaroni), c'è tutta la sensibilità poetica del cinquantenne professore bolognese (insegna lettere in un liceo) che sa quanto le parole siano importanti. Come quando, nella nuova versione di Borghesia ("un giorno il vento ti spazzerà via", cantava nel 1972) affida, all'avverbio "forse", tutto il suo attuale disincanto.

Michele Chisena